Da Apollo a Artemis, la luna sarà solo una tappa intermedia

Dopo il rinvio del primo tentativo di lancio di Artemis I, previsto per il 29 agosto, la NASA punta al 3 settembre per raggiungere il suolo lunare, ma questo sarà solo l’inizio.

Mercoledì 31 Agosto 2022

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Il progetto Artemis rappresenta uno di quegli eventi destinati a restare nella storia: dopo cinquant’anni l’uomo sembra pronto a rimettere piede sulla Luna, ma questa volta con l’idea di restarci. Artemis prevede una serie di missioni che permetteranno la costruzione di una vera e propria colonia terrestre, successivamente il target sarà Marte

L’obiettivo di Artemis I è quello di testare il razzo Space Launch System (Sls) e la capsula Orion. La missione è senza equipaggio, gli astronauti sono sostituiti da manichini dotati di sensori in grado di registrare i livelli di accelerazione, vibrazioni e radiazioni. Il responsabile della missione Artemis I, Mike Sarafin, ha annunciato la data del nuovo tentativo di lancio, fissata per sabato 3 settembre, quando alle 14:17 statunitensi (20.17 italiane), si aprirà una finestra di lancio di due ore.

Lunedì 29 agosto, quattro ore prima del lancio, è stato registrato un primo contrattempo, una perdita di idrogeno liquido durante il caricamento, che ha fatto rimandare il lancio. . Il problema principale però ha coinvolto il propulsore RS-25 (ereditato dal programma Space Shuttle) a 40 minuti dal lancio: i team non sono stati in grado di raffreddare tutti e quattro i motori a circa meno 420 gradi Fahrenheit, con il motore 3 che mostrava temperature più elevate rispetto agli altri. 

Come comunicato dalla NASA, nei prossimi giorni saranno aggiornate le procedure di caricamento del propellente per eseguire al meglio il test di raffreddamento dei motori. Il team di gestione della missione si riunirà di nuovo giovedì per rielaborare i dati e assicurare prontezza su tutti i fronti.
 

 

Perché tornare sulla luna?

Non è casuale che la dea della Luna Artemide sia la gemella di Apollo, dio del Sole. Artemis non è solo la continuazione del programma Apollo, come sottolineato da Jeremy Parsons, deputy manager per il programma dei sistemi di esplorazione di terra di Artemis I al Kennedy Space Center, in Florida: l’obiettivo è quello di imparare a vivere nello spazio, creare strumenti, produrre energia e cibo usando le risorse lunari, ma lo scopo finale è quello di spingersi oltre, dove l’uomo non è mai arrivato.

Il programma Artemis sarà strutturato in più missioni che dovrebbero estendersi fino al 2030. Le tre già approvate sono Artemis I, Artemis II (in origine prevista per il 2023 ma posticipata al 2024) e Artemis III, programmata per il 2025-2026. 
Artemis II e Artemis III saranno il corrispettivo dell'Apollo 8 e dell’Apollo 11: l'equipaggio di Artemis II farà un breve giro intorno al nostro satellite senza scendere sulla sua superficie, mentre con Artemis III avverrà il primo allunaggio, in occasione del quale comincerà la costruzione del Lunar Gateway, una sorta di “porto lunare” in cui le navi spaziali potranno attraccare e da cui una navicella farà da “ascensore” per raggiungere il suolo e risalire. Ad oggi il modulo di allunaggio Starship, che sarà realizzato dall'azienda privata SpaceX di Elon Musk, è ancora in fase di test.
Le missioni Artemis sono fondamentali per la ricerca scientifica spaziale e saranno determinanti per una space economy in crescita, favoriranno lo sviluppo di nuove industrie, con la conseguente crescita occupazionale e la formazione di forza lavoro qualificata.

Lo Space launch system è stato definito dalla NASA "il razzo più potente del mondo". Si tratta di una navicella alta 98 metri in grado di produrre quasi 4.000 tonnellate di spinta, il suo sviluppo è costato, dal 2011 a oggi, oltre 23 miliardi di dollari
Decollerà grazie ai quattro motori principali RS-25, gli stessi che utilizzavano gli Space Shuttle e che hanno spinto 135 navicelle nello spazio. Come sottolinea Elkin Norena, resident manager per lo Sls al Kennedy Space Center, nonostante i problemi durante il primo lancio, si tratta di tecnologie estremamente affidabili. 

Artemis è il frutto della cooperazione internazionale e darà vita alla prima generazione extraplanetaria

Una volta in orbita, dallo Sls si staccherà la capsula Orion, che si trova nella sua parte superiore. La Orion è composta da due componenti principali: il primo è il modulo di servizio - realizzato in Europa - che serve per il controllo della navicella, per fornire l'energia elettrica ricavata grazie a pannelli solari e per immagazzinare aria e acqua per gli astronauti; Il secondo è il modulo di comando, dove nelle missioni future prenderà posto l'equipaggio. Durante il rientro il modulo di servizio si separerà da quello di comando, che entrerà nell'atmosfera a 40.000 chilometri orari, per rallentare e ammarare al largo di San Diego, nel Pacifico.

 

 

Per la prima volta, la NASA ha affidato un elemento critico della navicella spaziale a un ente non statunitense. Si tratta dell'European Service Module (Esm), il modulo di servizio della capsula Orion. L'Esm, gestito dall'European Space Agency (ESA) con Airbus-DS Germania e parzialmente costruito a Torino, comprende motori, pannelli solari e riserve di aria e acqua per l'equipaggio.

Leonardo, l'azienda italiana specializzata in difesa, aerospazio e sicurezza, ha fornito i pannelli fotovoltaici e le unità di controllo e distribuzione della potenza, sistemi che contribuiranno ad alimentare Orion durante il viaggio verso la Luna, fornendo l'energia necessaria per varie funzioni della capsula. La joint venture tra la francese Thales e Leonardo, Thales Alenia Space, ne ha curato la struttura e i sottosistemi critici del modulo, compresa la protezione dai micrometeoriti e il controllo termico.

Dalla cooperazione tra NASA e ESA verranno sviluppati nove moduli di servizio per le prossime missioni Artemis e con essi l’ESA ottiene un posto d'onore nel futuro dell'esplorazione lunare. L'Italia partecipa attivamente con Leonardo, nello studio e nella progettazione di elementi fondamentali per la creazione della base permanente sulla Luna, mentre Thales Alenia Space sta sviluppando diversi moduli abitativi del Lunar Gateway. Telespazio (sempre del gruppo Leonardo) è invece impegnata nello studio di Moonlight, progetto dell’ESA utile allo sviluppo di sistemi di comunicazione e navigazione sulla Luna che forniranno un supporto indispensabile alle operazioni umane e robotiche sul satellite.

Nel prossimo decennio assisteremo a grandi progressi nel campo dell’esplorazione spaziale e della space economy, l’impatto che Artemis avrà sulle nuove generazioni probabilmente sarà maggiore rispetto all’influenza culturale che ha avuto l’Apollo. La NASA infatti parla di “Generazione Artemis” riferendosi ai giovani che cresceranno con le immagini degli astronauti che popoleranno la Luna, e che costituiranno la generazione di ingegneri spaziali e astronauti che viaggeranno tra la Terra e il suo satellite come oggi si viaggia tra le capitali di due continenti, la prima generazione che potrà definirsi extraplanetaria.

Fonti:

https://blogs.nasa.gov/artemis/2022/08/30/nasa-targets-sept-3-for-next-artemis-i-moon-mission-launch-attempt/  

https://www.nasa.gov/artemisprogram   

https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/quando-sara-lanciata-artemis-1-verso-la-luna-dopo-il-rinvio-deciso-dalla-nasa/ 

https://www.repubblica.it/esteri/2022/08/31/news/luna_missione_nasa-363559945/ 

https://www.focus.it/scienza/spazio/artemis-i-partenza-lancio-diretta-luna 


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