La Commissione Lavoro della Camera ha reso pubblico il documento conclusivo dell’indagine sui digital creators. Il WMF - il Festival sull’Innovazione, è stato udito lo scorso giugno per portare alla Commissione le voci della community digital creators italiana.
Il lavoro di raccolta e formulazione delle istanze del settore ha visto il WMF in prima linea su più fronti: dal panel di confronto tra creativi digitali e istituzioni, nel quale sono intervenuti i creators Rick DuFer, Giorgio Taverniti, Andrea Panciroli e Andrea Ciraolo alla Call for Digital Creators del WMF2021 lanciata per proseguire nelle collaborazioni iniziate con Breaking Italy, Casa Surace, I Sansoni, Gli Autogol e I Soldi Spicci; fino all’organizzazione del tavolo di lavoro istituzionale sul Mainstage del WMF2021, con la partecipazione dell’Onorevole Barzotti e l’Onorevole Viscomi.
È stata proprio l’On. Barzotti, con un’interrogazione alla Camera, a richiamare l’attenzione del Governo sulla possibilità e la necessità di intraprendere iniziative per disciplinare l’attività dei creators. Quest’attività infatti presenta caratteristiche per molti versi uniche e si distingue per la forte dipendenza, funzionale ed economica, da un numero ristretto di piattaforme, che operano in regime di oligopolio.
Da lì, è iniziato in Commissione Lavoro un lungo percorso di ascolto, diretto a tutte quelle realtà e persone che operano nel settore della produzione di contenuti digitali e che hanno fatto di questo settore il proprio mezzo di sostentamento e di attività imprenditoriale.
Il 9 marzo 2022 la Commissione ha pubblicato il documento conclusivo dell’indagine, in cui è messo in evidenza più volte il contributo fondamentale dell’audizione del WMF: sia per l’intervento alla Camera dei Deputati del Chairman e ideatore del WMF, Cosmano Lombardo, sia per la memoria presentata in quella sede in cui sono raccolti tutti i contributi e i dati forniti dall’ecosistema di innovazione del WMF.
Il documento presentato dalla Commissione traccia una descrizione dettagliata degli operatori del settore e categorizza le attività di creazione dei contenuti digitali per arrivare a una migliore comprensione da parte delle istituzioni. Infine, delinea il rapporto asimmetrico tra creators e piattaforme.
L’audizione del Chairman Cosmano Lombardo e la documentazione presentata sono state citate a più riprese all’interno del documento conclusivo, fornendo informazioni e considerazioni tra cui: la stima del numero globale degli operatori del settore (50 milioni, di cui 2 a livello professionale); la distinzione in operatori amatoriali, “intermedi” e "professionali”; l’inquadramento storico in cui si ricorda alla Commissione che la remunerazione dei creators iniziò solo nel 2007 con il programma YouTube Partnership, che permetteva di guadagnare attraverso le inserzioni pubblicitarie.
Attraverso l’inquadramento storico, il WMF ha fornito una panoramica, ripresa quindi dal documento conclusivo della Commissione, sulle diverse possibilità odierne di valorizzazione economica dell’attività di creazione contenuti. In sostanza, sono tre: remunerazione diretta dalla piattaforma, remunerazione proveniente dai propri sostenitori, remunerazione proveniente da sponsorizzazione o vendita di prodotti.
Questa remunerazione, riprende il documento direttamente dal contributo del Chairman del WMF, non solo avviene secondo meccanismi differenziati, ma non è riconducibile a una tariffa prestabilita come avviene invece per prestazioni di servizi reali. I creators affrontano quindi problemi connessi all’incertezza e all’imprevedibilità delle proprie entrate, in quanto i guadagni sono fortemente legati alla visibilità dei contenuti. Questa, poi, può mutare in base all’azione degli algoritmi delle piattaforme, che decidono sia il livello di visibilità dei contenuti sia il guadagno percepito per ogni visualizzazione.
Si aggiunge poi il problema della trasparenza delle condizioni, in quanto non è facile determinare le modalità secondo cui sono calcolate le somme erogate ai creatori. Si legge nel documento:
Sempre Cosmano Lombardo, nella documentazione depositata in occasione della sua audizione ha presentato un’articolata ricostruzione che in questa sede può essere utilizzata ai fini di una illustrazione delle diverse caratteristiche dei rapporti tra piattaforme e creatori.
La proposta avanzata dal WMF, ripresa poi dal documento conclusivo dell’indagine, è quella di adottare una sorta di Statuto dei Lavoratori del Web o un elenco dei professional creator di settore, riconosciuti come prestatori di attività intellettuale. Questo inquadramento professionale e fiscale potrebbe risolvere il problema della indeterminatezza della figura del content creator e ridurre il pericolo di contestazioni di carattere fiscale e contributivo da parte delle amministrazioni competenti.
Con la pubblicazione del documento conclusivo si apre una nuova fase per chi si occupa della tutela dei lavoratori del web. Il WMF - Il Festival sull’Innovazione Digitale e Sociale continuerà in questa azione proponendo nuovi momenti di discussione aperta e partecipata durante l’edizione 2022 dal 16 al 18 giugno presso Rimini Fiera. Si conferma quindi l’organizzazione di nuovi tavoli di lavoro sul tema e di momenti di talk sul Mainstage, con la partecipazione dei maggiori player del settore e dei referenti istituzionali e politici che nelle diverse sedi legislative portano avanti le istanze del settore.
In più, dal 15 marzo è aperta la Call for Digital Creators 2022: il WMF supporta il settore dei creator, cercando talenti che vogliono far conoscere il proprio progetto al mondo dell’innovazione e mettendoli in connessione con il network italiano e internazionale. Lo scopo della call lanciata dal WMF è quello di supportare la visibilità e lo sviluppo dei giovani progetti lavorativi, valorizzando questa nuova professione digitale.
Fonti:
• Indagine conoscitiva sui lavoratori che svolgono attività di creazione di contenuti digitali. Documento Conclusivo Approvato. Allegato
• Atto della Camera, Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5/05239