Lo scorso 13 ottobre a Bologna, nella giornata di apertura del 18° Congresso Nazionale UIL - Unione Italiana del Lavoro, è intervenuto Cosmano Lombardo, CEO e Founder di Search On Media Group e Ideatore del WMF - Il più grande Festival sull'Innovazione Digitale del Pianeta. Per la prima volta, i temi del mondo del lavoro Digital-Tech e dei Content Creators, sono stati ascoltati e discussi all’attenzione di un sindacato nazionale.
Nel panel di apertura, dedicato al precariato del lavoro in Italia, Cosmano Lombardo ha portato la voce dei professionisti del digitale italiani:
Circa un milione di lavoratori in Italia non hanno un inquadramento specifico, non hanno un codice ATECO di riferimento. Nonostante lavorino da oltre vent’anni nel campo Digital-Tech, le loro professioni sono venute alla ribalta solo durante il periodo della pandemia, quando hanno permesso al Paese di digitalizzarsi in tempi rapidi. Hanno riconvertito i negozi in e-commerce, hanno organizzato gli eventi in modalità virtuale, hanno formato i docenti sulle modalità di didattica a distanza, hanno intrattenuto e informato l’Italia intera. Queste professioni hanno permesso al Paese che svolge lavori ‘tradizionali’ di continuare la propria attività anche durante il lockdown, ma mancano ancora di inquadramento giuridico e fiscale.
L’intervento ha preso in considerazione la condizione lavorativa dei Content Creator per poi proporre una soluzione che comprende e risolve problematiche diffuse in tutto il settore del lavoro digitale e tecnologico italiano: un CCNL del Digital-Tech.
La categoria dei Content Creators è composta da 350.000 lavoratori, in grado di generare un valore di mercato pari a €280 milioni nel 2021 (+15% sul 2020). Il lavoro consiste nella produzione di contenuti video, podcast, testuali, in alcuni casi sui propri siti o per conto di realtà medio-piccole, ma principalmente per grandi piattaforme digitali, quali Facebook, Instagram, YouTube, Twitch e TikTok. Queste piattaforme, si è ricordato nell’intervento, generano miliardi di euro di fatturato dal lavoro non regolamentato e non tutelato svolto dai Creator italiani. In particolare, i punti chiave della condizione sono da ricercare nello status fiscale difficilmente decifrabile; nella remunerazione non equa, aleatoria e non chiara; nelle decisioni unilaterali delle piattaforme che incidono sul rapporto di lavoro; e nell’assenza di tutele e garanzie in situazioni di instabilità del mercato.
Durante l’intervento, l'ideatore del WMF ha ricordato il primo risultato arrivato lo scorso agosto in Parlamento: l’approvazione dell’Emendamento Content Creators al DDL Concorrenza. L’emendamento è stato il frutto di anni di lavoro istituzionale del WMF a stretto contatto con la sua community e l’Associazione Italia Digitale, e con le istituzioni che ha condotto al mandato per il governo di intervenire sull’individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali, tenendo conto dell'attività economica svolta, e sulla previsione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme.
L’intervento ha poi rimarcato il provvedimento necessario a dare il via a un vero riconoscimento della professione del Content Creators, e di tutte le professioni nate con l’avvento della digital economy. La posizione del WMF e di Search On Media Group, riportata sul palco del 18° Congresso Nazionale UIL, è la proposta di definire, insieme alle proprie community e alle istituzioni, una tipologia di contratto nazionale che vada a contemplare diritti e doveri di tutti i lavoratori digitali, all’interno dei quali sono ricondotti anche i Creators: il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Digital-Tech.
Infatti, tra le diverse figure del comparto, Social Media Manager, E-commerce Specialist, programmatori, Search Marketing Specialist e i nuovi Metaverse Specialist contribuiscono ogni giorno alla digitalizzazione del Paese, alla competitività internazionale sull’innovazione e a generare un indotto economico rilevante - la categoria delle Digital Agency contribuisce per l’1,7% al PIL nazionale, ma condividono alcune problematiche proprie dei Creators: non vi sono oggi adeguati riconoscimenti professionali e inquadramenti contrattuali coerenti; salari proporzionati al mercato digital-tech internazionale; diritti e garanzie sociali coerenti con il proprio lavoro.
L’emendamento Content Creator e l’invito a intervenire al Congresso Nazionale della UIL costituiscono passi in avanti verso il riconoscimento delle figure professionali, ma il proseguimento del percorso passa per la proposta che viene da tutta la categoria: gli obiettivi sono il CCNL del Digital-Tech e la creazione di Codici ATECO appositi per le diverse professionalità.
Queste due misure agiscono nell’ottica di prevedere remunerazioni proporzionate agli standard internazionali, di superare il sistema a livelli in favore di un sistema adeguato all’ organizzazione aziendale orizzontale, di identificare nuove garanzie sociali adeguate alle caratteristiche del lavoro digital.
Il WMF proseguirà nel suo impegno istituzionale affinché il mercato del lavoro italiano recepisca al suo interno le istanze di cambiamento e di innovazione che arrivano dal comparto dei professionisti e dei lavoratori del Digital-Tech. Per prendere parte attiva all'impegno della community del WMF per il mercato del Digital-Tech iscriviti all'Associazione Italia Digitale e ricevi gli aggiornamenti sull'impegno istituzionale del WMF.
Puoi guardare l'intervento completo al 18° Congresso Nazionale UIL al link: https://www.youtube.com/watch?v=Obj4vqjWyYM