In concomitanza del Climate Action Summit, svoltosi il 23 settembre a New York, in tutto il mondo si tiene una settimana di scioperi e manifestazioni per protestare contro il cambiamento climatico e soprattutto per chiedere misure sostenibili che possano offrire un futuro migliore.
Greta Thunberg ormai rimbalza su tutti i telegiornali e quotidiani. Il suo nome è noto e la sua battaglia è stata condivisa da centinaia di migliaia di attivisti e cittadini che credono in un futuro sostenibile. Lo scorso 23 settembre, a New York, si è tenuto il Climate Action Summit, un meeting delle Nazioni Unite nel quale erano presenti i leader di numerosi governi mondiali, per fare il punto sulla situazione del cambiamento climatico nel nostro Pianeta e sulle politiche adottate. Proprio in concomitanza con questo evento è stata indetta la Climate Action Week, una settimana di scioperi e manifestazioni a sostegno del clima alla quale hanno aderito più di 150 paesi in tutto il mondo.
Una manifestazione globale dunque per chiedere a gran voce misure per la salvaguardia della Terra, sempre più fiaccata da politiche sconsiderate che producono emissioni nocive e un cambiamento climatico ormai sotto gli occhi di tutti. Inquinamento, incendi, alluvioni, uragani, piogge torrenziali: la Terra ci mostra quotidianamente il conto e la sua debolezza di fronte alla nostra cecità, alla nostra difficoltà di guardare al futuro con speranza.
Portavoce dell’insoddisfazione di molti è stata ancora una volta Greta Thunberg, la paladina del movimento FridaysforFuture. A New York, davanti ai potenti del mondo tra cui Donald Trump, Greta si è resa protagonista di una invettiva contro le attuali politiche ambientali, ritenute ancora troppo poco efficaci. Ci sono “persone che soffrono e muoiono. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e voi parlate solo di soldi e delle favole dell’eterna crescita economica. Come osate?” ha detto Greta. “Il mio messaggio è che vi terremo d’occhio. Tutto questo è sbagliato. Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite da noi giovani a parlare di speranza? Come osate! Mi avete rubato i sogni e l’infanzia con le vostre parole vuote”. Parole che tuonano con forza e che rimbombano in tutta la sala, trovando l’applauso di alcuni dei presenti. E dopo aver affrontato nei dettagli le percentuali di emissioni e le probabilità di arginare il cambiamento climatico, Greta ha concluso così: “Ci state deludendo. Ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se scegliete di deluderci, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non ve la faremo passare liscia. Qui, ora, è dove tracciamo questa linea. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”. Di seguito il discorso di Greta:
La battaglia per un futuro migliore non è che appena iniziata. Inaugurata il 20 settembre, la Climate Action Week durerà fino a venerdì 27 con manifestazioni in tutto il mondo. E proprio il 27 è atteso il Global Strike for Future, uno sciopero mondiale per il clima organizzato dal movimento FridaysforFuture. Il pericolo è quello di ritrovarsi, tra circa 50-60 anni, con un Pianeta molto diverso da quello che stiamo vivendo ora: irrimediabilmente inquinato, ingiusto, povero, inabitabile e che avrà perso bellezze di valore inestimabile come la barriera corallina, le foreste e i boschi, oltre a numerose razze di animali. Saranno i giovani di oggi a pagare in maniera più salata il prezzo di politiche ingiuste e per nulla sostenibili se non si agisce subito.
La svolta è possibile solo se i potenti e i ricchi del Pianeta virano subito sulle fonti di energia sostenibile abbandonando i combustibili fossili, solo se la politica mondiale affronta di petto questa crisi ambientale. Stiamo rendendo la nostra Terra un posto peggiore, molto peggiore di quello che abbiamo trovato. È compito di tutti fare qualcosa per migliorare la qualità della vita di tutti. Nessun animale distrugge il nido che abita, l’uomo sì. Bisogna cambiare rotta, subito.
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